giovedì 12 agosto 2010

Julien


Volevo essere selvaggio ma non quanto riusciva ad esserlo lui. Volevo essere pazzo ma non quanto lui lo fosse già. Volevo affrontare tutto di petto ma non riuscivo a fare muro come lui. Volevo vedere cosa ci fosse in strada ma non ero solo come lo era lui. E infine Julien è andato via e ha scelto la strada. Bistrattava gli affetti, pretendeva l'impossibile, faceva girare la testa su strade che conosceva solo lui. Andava e veniva di continuo, e ogni volta che tornava restava poco, portava scompiglio e ti faceva crescere la rabbia per non riuscire più a stargli vicino.Era un amico Julien, portava un sorriso beffardo che sfiorava la follia. Era cresciuto in strada e in mare, nelle campagne e aveva percorso km e km di autostrade, fracassato più di un camion, mille storie di spericolatezza. C'era da ridere a sentirlo raccontare, un pò meno se ti ci trovavi insieme. Qualche parola gliela devo, ed è davvero poco e serve davvero a poco, ma un ricordo è importante fissarlo perchè pensare che sia scomparso e nessuno se ne accorga è troppo. Ed è stato bello salutarlo sulla banchina in una giornata meravigliosa con la musica di De Andrè che gli piaceva e con lo scoppio di qualche fuoco d'artificio e applausi. Dovevo pensarci fin quando eri qui a ritrarti, forse sarebbe stato un modo per farti stare un pò fermo. Ciao Julien, al paradiso non ci crediamo ma ti immagino in un campo sterminato con attorno tutto quello che desideravi.

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