sabato 1 febbraio 2014

L'uomo più forte del Val di Roveto

Peppe, boscaiolo di 74 anni ancora in attività, lo abbiamo conosciuto nel mezzo della montagna abruzzese. Caricava la legna sul trattore insieme a suo figlio dopo averla portata sulla strada con tre magnifici cavalli di stazza incredibile. In meno di un quarto d'ora dopo aver disegnato le sue bestie e ascoltato scampoli della sua storia ci invita a cenare a casa sua dove continuerà i suoi racconti: "La ditta è ormai chiusa, abbiamo venduto tutti i cavalli e i trattori e mio figlio è andato a lavorare a Bologna", "Ho sempre lavorato tanto, mi dispiaceva quando arrivava sera e dovevo smettere, avevo una forza che non potete credere, ero l'uomo più forte della Valle di Roveto", mi guarda, mi smonta una spalla con uno scappellotto e mi dice: "Quanto sò lavorato Rò! Quanto è vero iddio!" e giù a riempirmi il bicchiere del suo vino annacquato per berne quanto se ne vuole. Il figlio Ezio è di poche parole mentre il sorriso di Elisa contiene la famiglia intera. Morino, il loro paese, si trova a ridosso della riserva naturale di Zompo allo schioppo, dove si getta la più alta cascata dell'Appennino. Le macerie del vecchio paese distrutte dal terribile terremoto del 1915 sono scomparse nel bosco, solo il vecchio campanile emerge dalla collina. Nei campi case molto vecchie portano il testimone di un mondo agricolo che non è ancora scomparso nonostante la continua diaspora verso le città. Vitigni che sembrano tanti crocifissi, cani che aspettano la loro parte dallo sgozzamento del maiale, cinghiali allevati per addestrare i cani. Il centro del paese ricostruito a ridosso della statale cerca di sgrollarsi di dosso le macerie, i ruderi che lo attorniano.

Su Nomadisegni.it altre immagini e una canzone illustrata di Marina













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