“L’argine”, una storia di straordinaria Resistenza
Un fumetto e una mostra a Bologna raccontano uno dei più bei capitoli della nostra storia antifascista: una piccola comunità nel ravennate che in pieno assedio nazifascista diede rifugio e salvezza a centinaia di perseguitati.
18 novembre 2016 - 14:06
Aprile 1945. Frazchì è un bambino che vive a Cotignola, nella bassa ravennate, ai piedi dell’argine del fiume Senio dove il fronte della guerra si è bloccato ormai da mesi. La sua è una corsa contro il tempo: deve portare a ingravidare Ninetta, la capretta di famiglia, prima che la fame prenda il sopravvento e le bombe degli Alleati radano al suolo ciò che resta del paese. Insieme a Ninetta però, Frazchì deve portare con sé anche il peso di un segreto pericoloso.
Ideato da Marina Girardi e Rocco Lombardi, L’Argine è il risultato di un lavoro di documentazione durato oltre un anno, che porta alla luce uno dei capitoli più luminosi della storia della Resistenza dell’Appennino.
Una storia di accoglienza e solidarietà, che ha permesso di salvare ebrei, sfollati e rifugiati politici grazie al coraggio degli abitanti di Cotignola e alla straordinaria rete di protezione e rifugio messa in piedi in una città devastata dai bombardamenti.
Il villaggio fu assediato tra i fuochi nemici delle forze alleate e dei nazifascisti: per 145 giorni, dal novembre 1944 all’ultima tragica offensiva del 9 aprile 1945, i cotignolesi non sfollarono, ma restarono sul luogo: protessero le loro case, i loro figli, i figli dei fuggitivi e i perseguitati politici del regime fascista ormai giunto alla sua fine, dunque più spietato che mai.
Si nascosero nei rifugi, per lo più sottoterra, una vita da ninja, uscire allo scoperto solo per comunicare e cercare cibo. Ogni volta che riemergevano si trovavano di fronte una città spettrale, arsa, come “seduta sulla bocca di un vulcano”.
Marina e Rocco ci raccontano la vita di una piccola comunità, che nel momento in cui viene chiamata a scegliere tra la propria incolumità e la necessità di restare, per difendere la propria terra e offrire rifugio a chi era perseguitato, sceglie con coraggio di resistere, di accogliere.
Nei tratti duri e profondi di Rocco Lombardi prende vita l’anima nera di questo racconto, mentre Marina Girardi ci fa viaggiare dentro ai sentimenti di speranza e dolcezza che sopravvivono nei protagonisti.
Tanti bei personaggi appaiono in questa storia: il pittore, musicista e scultore Luigi Varoli; Vittorio Zanzi, il macellaio eletto dai fascisti alla carica di prefetto ma in realtà fedele alla lotta antifascista e artefice della rete di accoglienza; il partigiano Luigi Casadio, nome di battaglia “Leno”; la famiglia Ottolenghi; Silvia, staffetta partigiana.
L’Argine ci ricorda un fatto semplice e straordinario: sono le microstorie, il vissuto e la morale di ognuno di noi a determinare la Storia, quella con la S maiuscola, spesso così lontana da quella che leggiamo nei libri di scuola. Sono le nostre scelte, i nostri pensieri, le nostre azioni – quelle piccole e quotidiane – che costruiscono il corso della Storia.
Cotignola sceglie la cosa più difficile, la più pericolosa, la più umana.
Così come l’argine raccoglie il fiume e lo contiene, rendendo possibile la sua presenza per gli umani, così gli abitanti di Cotigliano accolgono le centinaia vite in fuga e scrivono la storia di una grandiosa comunità antifascista, raccontata da Marina e Rocco attraverso gli occhi di un bambino.
Un bambino che non ha paura di niente, e che sa che per sopravvivere alla spietata logica della guerra deve imparare a fare come i rondoni, che volano sempre e non toccano mai terra.
Fortemente voluto e prodotto dal Museo Museo Varoli di Cotignola e pubblicato dalla casa editrice Becco Giallo, L’Arginediventa anche una mostra, che inaugurerà il 21 novembre alle ore 18 presso l’Istituto Parri (via Sant’Isaia 18).
In occasione dell’edizione 2016 di BilBolBul, le tavole originali saranno in mostra nello spazio dello storico istituto di Bologna intitolato a Ferruccio Parri – nome di battaglia Maurizio, capo partigiano durante la guerra di liberazione dal regime fascista in Italia.
Una metafora, l’argine, di chi resiste e contiene, di chi accompagna e dà rifugio, di chi si fa riparo e fortezza. Una testimonianza di chi sceglie di farsi roccia, senza scordare – nemmeno in mezzo al bosco più nero e tenebroso – la grazia solenne dell’arte e della musica.
Di chi sa che la leggerezza del carnevale – con le sue maschere buffe e furiose, allegre e tristi, con la vecchia Segavecchia pronta a bruciare ogni anno per espiare le nostre paure – tanto somiglia alle nostre vite.
Di chi sa resistere in mezzo alla città devastata dalle fiamme imparando dai rondoni, che non si fermano mai e volano sempre.
Marina Girardi è autrice di Kurden People, Appennino, Tutta discesa, Capriole. Al sabato dipinge in strada con la sua bicicletta da pittrice e poi, per mettere radici, la domenica canta le canzoni della Donna Albero.
Rocco Lombardi ha autoprodotto i suoi primi lavori con Lamette Comics e ha pubblicato Annetta, Campana, Alberico, Fieranera e Janas. Quando al sabato rimane da solo va a raccogliere le erbe nei campi, poi si chiude in cucina e ne esce solo quando è sorta la luna.
Insieme vivono e lavorano nell’Appennino, una montagna forte e antica, madre di meravigliose storie.
SIMONA DE NICOLA
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