Novembre è basso e tocca terra. La luce è un lumicino grigio che va spegnendosi. Non uno dei colori che vedi è vero, non uno è prodotto dalla luce ma da questa spento. Disegni fatti rovinando tra le tane scavate ovunque. Silenzio di letargo. Quello che potrebbe scaldare arde lontano. Nel buio di un bosco di lecci ossa ovunque e presenze vive. Tappeto giallo di foglie abbaglia all'improvviso tra liane di vitalba grosse come anaconde ma appassite. La spiaggia è inospitale e potrebbe ingoiarti. Tracciare segni d'uncino, i pastelli sono pregni di umido, l'acquarello si fa da sè. Poca la calma per comporre qualcosa di lucido. Forzarsi in un lavoro che basti per strappare un biglietto. Bisogno e paura di un altrove necessario. Passi il giorno di santalucia, ricominci la luce a salire e questa pioggia a scendere via dai polmoni...
3 commenti:
eppure molta è la vita che c'è.
verissimo, la vita è in questa lotta furibonda.
Non preoccuparti a papà, sono cazzi pure qua.
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